lunedì 28 maggio 2018

Il mondo è ordinato

Severio Boezio, oltre a scritti dedicati alle arti liberali, ha composto la CONSOLAZIONE della filosofia, scritto mentre era detenuto.
In questa opera immagina che, nelle vesti di un'anziana donna, gli appaia la filosofia per rivelargli che il mondo non è caotico ma ordinato.
Da ciò emerge il tentativo di Boezio di ritrovare nella filosofia un'ancora di salvezza, che li permetta di cogliere il vero senso della vita be del mondo che lo circonda e che considera estremamente caotico. 


Fonte: Libro scolastico "EducataMENTE".

Come allevare i bambini

Muhammad al-GhazzâlÎ, vissuto in un periodo leggermente posteriore a quello considerato in questa Unità, è il più noto tra i pedagogisti islamici. Certe sue raccomandazioni ricordano quelle del cristiano Giovanni Crisostomo per il richiamo sia al pudore sia ai pericoli dell'eccessiva ricchezza nonché di certe forme di svago.
  • Al-ghazzȃlî ritiene l'infanzia un momento importante per l'educazione, perché il bambino è molto ricettivo, e la sua mente, come riteneva già Quintiliano, ma come dirà anche la psico-pedagogia moderna può essere facilmente plasmata.
  • Per i pedagogisti cristiani il Vangelo e la Bibbia sono i testi educativi fondamentali; per il pedagogista musulmano il testo basilare è il Corano.

Dalla Regola: l'importanza della lettura

In questo brano, vengono dettate le modalità con le quali deve avvenire la lettura che accompagna il pasto comune: mentre gli altri consumano il cibo del corpo, un confratello, secondo turni settimanali, deve fornire cibo all'anima.
ci concentriamo sul fatto che:

  • A tutti i monaci è prescritto solo l'ascolto; ai superiori è riservato commentare eventualmente la lettura.
  • San Benedetto raccomanda un silenzio assoluto durante la consumazione del pasto, perché nulla disturbi l'ascolto e la comprensione del brano che viene letto.
  • Il monaco lettore è costretto al digiuno, cioè a rimandare il pasto e, in segno di umiltà, a consumarlo poi con gli inservienti.

A cosa serve il linguaggio?

Ne il Maestro, Agostino d'Ippona (354-430) immagina, secondo l'esempio dei dialoghi platonici, di cercare la verità in un dialogo serrato con il figlio Adeodato. Nel passo che apre l'opera si anticipa già la conclusione: il linguaggio non serve a trasmettere la conoscenza, ma a richiamare ala mente ciò che è già depositato nella nostra anima.
  • Il passaggio "insegnare tramite il richiamo alla memoria" ci ricorda la teoria della reminiscenza di Platone che, però, viene cristianizzato, come si capisce bene della conclusione de Il Maestro, nel quale si parla del "maestro interiore". 

Fonte: Libro scolastico "EducataMENTE". 

Come educare i figli

San Giovanni Crisostomo di Anatochia, vescovo di Costantinopoli, il maggiore tra oratori cristiani, ha lasciato queste indicazioni per l'educazione cristiana di figli e figlie da parte, rispettivamente, del padre e della madre.
Bisogna tener conto conto che:

  • L'abitudine che si fa "legge" anticipa la concezione della moderna psicologia secondo la quale le regole morali, imposte dall'esterno, vengono poi interiorizzate dall'individuo e sentite come legge interna.
  • "Pietà", nel nuovo senso cristiano  del termine, indica, l'effetto, il rispetto e l'obbedienza che il credente deve avere per Dio e per le cose sacre, sentimento non legato alla paura per il castigo divino, ma nato dalla gratitudine per l'amore che il fedele sente di ricevere dal Dio.

Fonte: Libro scolastico "EducataMENTE".
 

La sapienza divina

In un passo tratto dalla Prima lettera ai corinzi, san Paolo (5-67d.C) dichiara di essere il portavoce non di una sapienza umana, bensì divina, della quale è espressione il Vangelo, che parla di Cristo: gli uomini non possono conoscere Dio direttamente, ma presso di loro è venuto il figlio di Dio.
  • Paolo cita liberamente le parole scritte nel Libro di Isaia, 64,3 e 52,15
  • Paolo distingue tra l'uomo psichico, che ha una mente concentrata sulle cose terrene, e l'uomo spirituale che è invece aperto alla parola di Dio.

Fonte: Libro scolastico "EducataMENTE".

Il corano e l'istruzione

La nascita dell'Islam, che diede l'avvio alla civiltà araba, si deve al profeta Maometto.
Il Corano o testo sacro, ha per la religione islamica il valore che ha per i cristiani il Vangelo.

Maometto secondo una certa tradizione, non unanimemente condivisa, non sa leggere e scrivere, quindi trasmette oralmente il contenuto del corano, per essere poi  trascritti su supporti di fortuna.
Il califfo Uthman lo fa trascrivere nel 652, in un testo unico costituito da 114 sure.
Il Corano fissa gli obblighi fondamentali per un credente musulmano, i cosiddetti cinque pilastri dell'islam:

  • La testimonianza di fede: "non c'è altra divinità fuorché Dio e Muhammad è il suo profeta"
  • Le cinque preghiere quotidiane 
  • Il pagamento dell'imposta coranica
  • Il pellegrinaggio
  • il digiuno del mese di Ramadan


Il Corano non è solo un libro religioso, ma anche un testo pedagogico che trasmette precetti ai bamb
ini e agli adulti.  L'islam raccomanda una formazione complessività dell'essere umano: corpo, ragione, spirito, istinti e sentimenti.
Si tratta di un'educazione armoniosa come preparazione della vita nell'aldilà.
L'educazione è dunque contraddistinta da un'impronta religiosa.



Nel mondo islamico l'istruzione si va articolando in tre livelli:
  1.   istruzione primaria: istruzione basata sulla memorizzazione dei versetti del corano.
  2. istruzione secondaria: a partire dai 14 anni, indipendentemente dallo status sociale, si acquisiscono abilità manuali e competenze specifiche per il lavoro futuro(medicina, geometria, letteratura...).
  3. istruzione superiore: riservata ai ragazzi con un ceto sociale più alto, impartita nella madrasa, un collegio dove vengono insegnate discipline come teologia, scienza coranica..

Fonte: Libro scolastico, "EducataMENTE"