lunedì 28 maggio 2018

Il mondo è ordinato

Severio Boezio, oltre a scritti dedicati alle arti liberali, ha composto la CONSOLAZIONE della filosofia, scritto mentre era detenuto.
In questa opera immagina che, nelle vesti di un'anziana donna, gli appaia la filosofia per rivelargli che il mondo non è caotico ma ordinato.
Da ciò emerge il tentativo di Boezio di ritrovare nella filosofia un'ancora di salvezza, che li permetta di cogliere il vero senso della vita be del mondo che lo circonda e che considera estremamente caotico. 


Fonte: Libro scolastico "EducataMENTE".

Come allevare i bambini

Muhammad al-GhazzâlÎ, vissuto in un periodo leggermente posteriore a quello considerato in questa Unità, è il più noto tra i pedagogisti islamici. Certe sue raccomandazioni ricordano quelle del cristiano Giovanni Crisostomo per il richiamo sia al pudore sia ai pericoli dell'eccessiva ricchezza nonché di certe forme di svago.
  • Al-ghazzȃlî ritiene l'infanzia un momento importante per l'educazione, perché il bambino è molto ricettivo, e la sua mente, come riteneva già Quintiliano, ma come dirà anche la psico-pedagogia moderna può essere facilmente plasmata.
  • Per i pedagogisti cristiani il Vangelo e la Bibbia sono i testi educativi fondamentali; per il pedagogista musulmano il testo basilare è il Corano.

Dalla Regola: l'importanza della lettura

In questo brano, vengono dettate le modalità con le quali deve avvenire la lettura che accompagna il pasto comune: mentre gli altri consumano il cibo del corpo, un confratello, secondo turni settimanali, deve fornire cibo all'anima.
ci concentriamo sul fatto che:

  • A tutti i monaci è prescritto solo l'ascolto; ai superiori è riservato commentare eventualmente la lettura.
  • San Benedetto raccomanda un silenzio assoluto durante la consumazione del pasto, perché nulla disturbi l'ascolto e la comprensione del brano che viene letto.
  • Il monaco lettore è costretto al digiuno, cioè a rimandare il pasto e, in segno di umiltà, a consumarlo poi con gli inservienti.

A cosa serve il linguaggio?

Ne il Maestro, Agostino d'Ippona (354-430) immagina, secondo l'esempio dei dialoghi platonici, di cercare la verità in un dialogo serrato con il figlio Adeodato. Nel passo che apre l'opera si anticipa già la conclusione: il linguaggio non serve a trasmettere la conoscenza, ma a richiamare ala mente ciò che è già depositato nella nostra anima.
  • Il passaggio "insegnare tramite il richiamo alla memoria" ci ricorda la teoria della reminiscenza di Platone che, però, viene cristianizzato, come si capisce bene della conclusione de Il Maestro, nel quale si parla del "maestro interiore". 

Fonte: Libro scolastico "EducataMENTE". 

Come educare i figli

San Giovanni Crisostomo di Anatochia, vescovo di Costantinopoli, il maggiore tra oratori cristiani, ha lasciato queste indicazioni per l'educazione cristiana di figli e figlie da parte, rispettivamente, del padre e della madre.
Bisogna tener conto conto che:

  • L'abitudine che si fa "legge" anticipa la concezione della moderna psicologia secondo la quale le regole morali, imposte dall'esterno, vengono poi interiorizzate dall'individuo e sentite come legge interna.
  • "Pietà", nel nuovo senso cristiano  del termine, indica, l'effetto, il rispetto e l'obbedienza che il credente deve avere per Dio e per le cose sacre, sentimento non legato alla paura per il castigo divino, ma nato dalla gratitudine per l'amore che il fedele sente di ricevere dal Dio.

Fonte: Libro scolastico "EducataMENTE".
 

La sapienza divina

In un passo tratto dalla Prima lettera ai corinzi, san Paolo (5-67d.C) dichiara di essere il portavoce non di una sapienza umana, bensì divina, della quale è espressione il Vangelo, che parla di Cristo: gli uomini non possono conoscere Dio direttamente, ma presso di loro è venuto il figlio di Dio.
  • Paolo cita liberamente le parole scritte nel Libro di Isaia, 64,3 e 52,15
  • Paolo distingue tra l'uomo psichico, che ha una mente concentrata sulle cose terrene, e l'uomo spirituale che è invece aperto alla parola di Dio.

Fonte: Libro scolastico "EducataMENTE".

Il corano e l'istruzione

La nascita dell'Islam, che diede l'avvio alla civiltà araba, si deve al profeta Maometto.
Il Corano o testo sacro, ha per la religione islamica il valore che ha per i cristiani il Vangelo.

Maometto secondo una certa tradizione, non unanimemente condivisa, non sa leggere e scrivere, quindi trasmette oralmente il contenuto del corano, per essere poi  trascritti su supporti di fortuna.
Il califfo Uthman lo fa trascrivere nel 652, in un testo unico costituito da 114 sure.
Il Corano fissa gli obblighi fondamentali per un credente musulmano, i cosiddetti cinque pilastri dell'islam:

  • La testimonianza di fede: "non c'è altra divinità fuorché Dio e Muhammad è il suo profeta"
  • Le cinque preghiere quotidiane 
  • Il pagamento dell'imposta coranica
  • Il pellegrinaggio
  • il digiuno del mese di Ramadan


Il Corano non è solo un libro religioso, ma anche un testo pedagogico che trasmette precetti ai bamb
ini e agli adulti.  L'islam raccomanda una formazione complessività dell'essere umano: corpo, ragione, spirito, istinti e sentimenti.
Si tratta di un'educazione armoniosa come preparazione della vita nell'aldilà.
L'educazione è dunque contraddistinta da un'impronta religiosa.



Nel mondo islamico l'istruzione si va articolando in tre livelli:
  1.   istruzione primaria: istruzione basata sulla memorizzazione dei versetti del corano.
  2. istruzione secondaria: a partire dai 14 anni, indipendentemente dallo status sociale, si acquisiscono abilità manuali e competenze specifiche per il lavoro futuro(medicina, geometria, letteratura...).
  3. istruzione superiore: riservata ai ragazzi con un ceto sociale più alto, impartita nella madrasa, un collegio dove vengono insegnate discipline come teologia, scienza coranica..

Fonte: Libro scolastico, "EducataMENTE"

giovedì 24 maggio 2018

Il mondo arabo persiano

L'Arabia preislamica era abitata sopratutto da tribù dei beduini,
"nomadi" dediti all'allevamento transumante nelle regioni steppose della Penisola araba.


Il paese si unì grazie alla diffusione di una nuova fede, l'Islam, predicata dal profeta Maometto.
Nell'Arabia preislamica tradizioni, costumi e saperi passavano da generazioni a generazioni grazie alla trasmissione orale, per mezzo delle tradizioni.
I poemi preislamici avevano anche un carattere pedagogico, insegnavano ai ragazzi e alle ragazze i loro compiti e valori(carità, generosità e ospitalità).



Fonte: Libro scolastico, "EducataMENTE".
Fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Beduini

lunedì 14 maggio 2018

L'educazione del cavaliere

 L'educazione cavalleresca è la prima forma di educazione laica imperniata sull' ideale cavalleresco. Importante, sull'epoca cavalleresca, è il poema della Chanson de Roland.
La formazione dei giovani aristocratici avviene spesso all'interno della famiglia dove imparano a leggere i testi sacri e a scrivere.
Al futuro cavaliere vengono insegnati lealtà e fedeltà. Egli infatti deve imparare a prendersi cura dei deboli e difendere la Chiesa.
Quindi le virtù morali e cristiane, insieme alla cortesia, sono fondamentali per il cavaliere.
Già dal VIII secolo la nomina del cavaliere avviene seguendo una tradizionale procedura: l'investitura, nella quale il neo cavaliere viene battuto sulla spalla con una spada.
La formazione cavalleresca inizia presto:

  • a sette anni il ragazzo viene affidato al paggio;
  • a quattordici anni viene inviato come scudiero in un castello;
  • a ventun anni diventa un cavaliere. 

Fonte: Libro scolastico, "EducataMENTE".

Scuole episcopali, parrocchiali, e patriarcali

I monasteri si caratterizzavano per i centri di formazione dei futuri monaci. I giovani apprendevano la lettura, la scrittura. Gradualmente le scuole monastiche cominciano ad accogliere anche gli allievi che non intendono pronunciare i voti. Alcuni monasteri continuano però a presentare le scuole per chierici e per laici.
Il Concilio di Toledo del 527 rede ufficiale la nascita delle scuole ecclesiastiche e stabilisce che i futuri sacerdoti, vengano formati da un chierco presso le  case dei vescovi. Nascono  così le scuole episcolari.
Ad affrontare il numero non molto elevato di scuole interviene il concilio di Vaison del 529, che  si prepone di stabilire le sciole anche nei centri poco abitati.
Sotto il governo di Giustiniano nel VI secolo, la Chiesa dell'impero d'oriente impone la  relogione cristiana nelle scuole. In Oriente la scuola è affidata allo Stato. Avevano la preoccupazione che la fede  potesse indebolire il potere  della cultura e dell'insegnamento.


Fonte: Libro scolastico, "EducataMENTE".

Carlo Magno e la scuola palatina

Carlo Magno, re dei Franchi dal 768, re dei Longobardi dal 774 e dall'800 primo imperatore del Sacro Romano Impero, da vita ad un fenomeno di rinascita culturale chiamato "rinascita carolingia".
Egli considera fondamentale che tutti i popoli conquistati siano accomunati dagli stessi costumi, da un'unica lingua e da un'unica religione e per far questo invita la  Chiesa a organizzare l'istruzione destinata anche agli uomini liberi.
Nel 787 Carlo Magno ha già incaricato Alcuino di York di instituire presso la sua corte ad Aquisgrana la Schola palatina, destinata ai figli della nobiltà laica col desidero di di acquisire una formazione classica.

Alcuino si adopera per organizzare il programma didattico della scuola che prevede:
-un'istruzione primaria con l'insegnamento della lettura e della scrittura;
-un livello superiore con lo studio della filosofia;
-un livello ancora più alto dove si approfondisce la filosofia come introduzione alle Sacre Scritture.


Con l'esortazione generale Carlo Magno prevede la fondazione di scuole monastiche e presbiterali, sia per i chierici sia per i laici.
Dopo la morte di Carlo, il nipote Lotario I, nell'825 estende atutte le scuole urbane il modello degli studi classici della scuola palatina.

Fonte: Libro scolastico, "EducataMENTE".

Gregorio Magno: la formazione del clero e della popolazione

Gregorio Magno è considerato un divulgatore della religione cristiana e nella Regola pastorale, detta i principi pedagogici per la formazione dei chierci e dei vescovi.
Convinto sostenitore della formazione popolare, una volta eletto papa ricorda ai suoi vescovi di rivolgere la formazione religiosa al popolo, attraverso la predicazione. Il buon predicatore deve saper semplificare il linguaggio e adattarsi ad un auditorio modesto.
Accanto alla cura per la semplificazione del linguaggio ha grande importanza il ricorso alle immagini. Uno dei pilastri fondamentali di Gregorio sono le scelte personali.

  Fonte:  Libro scolastico, "EducataMENTE".

Severino Boezio: le arti liberali e la filosofia

Le arti liberali sono al centro delle riflessioni di Boezio che afferma che nella difficile situazione dell'impero sia possibile tramandare e conservare la cultura. Secondo lui le arti del quadrivio (aritmetica, geometria, astronomia e musica) colgono alla perfezione il numero dello spazio, dei corpi e del numero.
Boezio rivolge particolare attenzione all'uso de linguaggio. In particolare si occupa della dialettica. Per far ciò studia le opere di Aristotele e le traduce in latino.
La dialettica si articola in tre fasi:
 

lo studio della parola, del suono e del significato;
lo studio del valore logico; 
lo studio della proposizione.
 
Grazie al suo impegno la retorica assume grande importanza: diventa un valore centrale nel curriculum formativo. Egli afferma che attraverso la retorica si può conoscere tuto l'universo.
 
 Anicio Manlio Severino Boezio è stato un filosofo e senatore romano. Noto come Severino Boezio, o anche solo come Boezio, con le sue opere ha avuto una profonda influenza sulla filosofia cristiana del Medioevo.
  
Fonte: Llibro scolastico, "LiberaMENTE".

Benedetto da Norcia e Cassiodoro: il monachesimo occidentale

Dopo l'Editto di Costantino e il successivo Editto di Tessalonica, la Chiesa assume una posizione fondamentale nella cultura e l'educazione.
E' la Chiesa che garantisce l'istruzione. Nato in Oriente, il monachesimo inizialmente si esprime come il desiderio di imitare Cristo.
 Chi diventa monaco decide di allontanarsi dalla vita per concedersi alla solitudine e vivere da eremita.  Benedetto da Norcia, nel 529 fondò il monastero di Montecassino, diffondendo il monachesimo. Secondo la sua idea, il monaco deve dedicare la vita ai lavori manuali ai quali si alternano la preghiera e il lavoro intellettuale (copiatura e  revisioni di testi sacri e classici). I monaci conferiscono una particolare importanza ai testi e alla conservazione della cultura d'occidente. 


Nella Regula Magistri egli chiarisce i principi pedagogici fondamentali per l'educazione nelle scuole monastiche: informazione da parte dei genitori a proposito della vocazione.
Un altro grande esponente fu Cassiodoro che fondò il monastero del Vivarium in Sicilia, dedito particolarmente allo studio e alla trascrizione di codici di insegnamento.
Nelle istruzioni delle lettere sacre e profonde, egli divide le sette arti liberali in trivio (ossia la grammatica, la retorica e la dialettica) e drivio(aritmetica, geometria, musica e astronomia).
Nell'opera intitolata "Lettere varie" riprende i principi di Cicerone per esprimere gli stili del discorso: umile, medio e sublime. 
Fonte: Libro scolastico "EducataMENTE"

lunedì 7 maggio 2018

Sant'Agostino e il "maestro interiore"

Una posizione di apertura al sapere pagano è quella di Agostino, il quale ritiene che i modelli educativi e culturali classici siano utili in una prospettiva cristiana. Agostino incoraggia una collaborazione tra ragione e fede.
Nelle Confessioni, la sua opera autobiografica, Agostino delinea la sua concezione di insegnamento fondato sulla curiosità e sull'interesse dell'allievo.
Egli elabora sul proprio pensiero educativo le questioni relative al linguaggio. Per Agostino il maestro non può insegnare attraverso il linguaggio, perché esso è costituito di segni che possono essere compresi solo da chi conosce già le cose a cui si riferiscono.
Il maestro, attraverso il linguaggio, può soltanto stimolare l'allievo alla ricerca interiore della verità nella propria anima, cioè del proprio maestro interiore.
Per riassumere per egli l'allievo è il protagonista attivo, e non un ricettore passivo. Agostino da molta importanza all'allievo.
Tema importante nella pedagogia di Agostino è l'amore. Nella Prima catechesi egli considera l'amore anima dell'educazione: in ottica cristiana, l'amore tra maestro e allievo è un riflesso dell'amore di Dio.

Agostino si pone il problema della formazione dell'oratore sacro.

Nella sua formazione saranno fondamentali la cultura filosofica e l'approfondimento delle Sacre scritture. Tutte le discipline tradizionali dalla grammatica alla retorica, dalla matematica all'astronomia, diventano strumenti per leggere e comprendere la Bibbia.

Fonte: Libro scolastico, "EducataMENTE".

martedì 1 maggio 2018

La Patristica latina dei secoli successivi: san Gerolamo e sant'Ambrogio

San Gerolamo, a cui si deve la Vulgata, la versione in latino della Bibbia che circola in tutto il medioevo, manifesta ancora un atteggiamento di chiusura nei confronti del mondo classico...
Gerolamo insiste sull'importanza dell'educazione nella prima infanzia, compito assegnato ai genitori. 
Egli però, insiste in particolare, sull'educazione femminile attraverso tre lettere indirizzate a Leta per l'educazione della piccola Paola, a Gaudenzio per l'educazione della fanciulla Pacatula e alla vergine Eustochio. Oltre la preghiera, Gerolamo consiglia per l'educazione delle fanciulle indirizzate alla vita monastica anche la penitenza e la mortificazione psicologica e fisica. 
In Gerolamo è quindi presente un'attenzione particolare per l'educazione femminile. 

Invece Sant'Ambrogio, vescovo di Milano, trae spunti dal De officis di Cicerone per l'elaborazione della propria opera I doveri dei sacerdoti (De officis ministrorum). 
Egli contrasta gli aspetti della cultura pagana che possono ostacolare la conquista della vita eterna. Così la fides latina (la lealtà) diventa la fede in Cristo, la charitas assume un significato interiore.
Con Ambrogio il concetto greco-romano di officium viene così ripreso in chiave cristiana. Egli distingue due livelli di servizio/dovere: l'officium medium che fa riferimento ai comandamenti divini validi per tutti i fedeli e l'officium perfectum che raccoglie i consigli che valgono per i santi. 

Fonte: Libro scolastico, "EducataMENTE".

I primi apologisti della Patristica latina: Minucio Felice e Tertulliano contro la cultura pagana

La Patristica latina è il gruppo di Padri della Chiesa che scrive in latino e spesso è più radicato nell'Occidente dell'impero. I Padri latini non sono molto attratti dalla filosofia.
In questo contesto, il primo scritto apogetico a favore dei cristiani è forse il dialogo Ottavio, scritto da Minucio Felice.
Una posizione estrema , e ancora più critica, è quella dello scrittore latino Tertulliano, secondo il quale è la fede e non la ragione l'unico mezzo per raggiungere la verità.
Nell'opera "Apologetico" nega ogni possibile somiglianza tra filosofia e cristianesimo.

La sua espressione più celebre:



"credo quia absurdum"


Significato: "credo proprio perché assurdo"
Egli spinge le persone a cercare il signore con semplicità e cuore.

Fonte: Libro scolastico, "EducataMENTE".

La patristica greca

I maggiori Padri della Chiesa si occupano di stabilire un rapporto tra cristianesimo e filosofia greca, chiarire aspetti teologici del cristianesimo fornire precise indicazioni educative per arrivare alle classi colte.
Ad Alessandria d'Egitto Clemente Alessandrino che dirige il Didaskaleion, scrive due opere, il Protrettico e il Pedagogo, nelle quali affronta il rapporto tra cristianesimo e cultura greca.
Clemente ritiene possibile individuare nei filosofi antichi una scintilla divina.  Il cristianesimo diventa una nuova paidéia.
Nel Pedagogo Cristo compare come pedagogo dell'umanità.
Successore di Clemente è 
Origene, per lui è il messaggio divino a porsi come educatore dell'umanità.
Scopo dell'educazione cristiana è quindi, favorire il ritorno a Dio.
Origene è fondamentale per l'interpretazione della Bibbia.
Tra i più grandi educatori della Patristica greca, va ricordato ancora
Giovanni CristomoNell'opera intitolata Della vuota gloria e dell'educazione dei figli egli considera la formazione etica dei figli una priorità dell'educazione cristiana. L'anima umana deve essere difesa e regolata da leggi e di conseguenza ogni trasgressione va punita.
Con Giovanni Cristomo prosegue inoltre il recupero della grammatica e della retorica in atto da parte dei Padri greci in funzione apologetica e catechetica.

Fonte: Libro scolastico, "EducataMENTE".

Cristianesimo e filosofia

Il cristianesimo si trova difronte a una doppia sfida: l'accusa di essere una fede pericolosa per la stabilità dell'imperoe le diverse interpretazioni dello stesso messaggio cristiano.
Dal II sec. d. C. compaiono le prime scuole cristiane, che insegnano elementi di filosofia greca. I primi maestri cristiani sono i didàskaloi. Una delle più importanti scuole sorge ad Alessandria d'Egitto ed è chiamata Didaskaleion.  Qui operano Panteo, Clemente Alessandrino e Origene.

Vengono insegnate le sette arti liberali (grammatica, logica, retorica, aritmetica, geometria, musica e astronomia), che si collegano al mondo classico. Attraverso lo studio della Bibbia si educa al cristianesimo.
L'educazione è scandita in due livelli formativi:  
  1. incipienti: che vengono preparati al battesimo
  2. competenti: ai quali viene fatta una preparazione più approfondita
Qui compare la figura del sacerdote al quale affidano il compito educativo.

Il battesimo è per i cristiani una testimonianza pubblica di fede. 

Fonte: Libro scolastico, "EducataMENTE".

La prima educazione cristiana e l' importanza dei fanciulli

Nei primi secoli l'educazione cristiana è basata sul rapporto personale, un'educazione informale portata avanti dai Padri apostolici: autori che si sono ispirati all'insegnamento degli apostoli.
Nell'ottica cristiana l'educazione è rivolta a tutti. Quello cristiano è un messaggio universale che, attraverso un rinnovamento interiore, vuole condurre alla salvezza dell'anima.Il messaggio di Cristo è incentrato sull'amore per gli altri, riflesso dell'amore per Dio.

L' obiettivo di questa educazione è un perfezionamento continuo, ecco perché nascono delle "guide", ossia:
  • Cristo
  • gli Apostoli   
  • i Sacerdoti.

 Per Cristo i bambini sono un esempio da seguire, bisogna "farsi simili a loro".
Secondo Cristo, i cuori dei fanciulli sono più puri.
Ricapitolando, l' educazione cristiana è rivolta a tutti, è incentrata sul tema dell'amore per il prossimo, e riconosce la specialità dell' infanzia.


Fonte: Libro scolastico, "EducataMENTE".


Cristianesimo ed educazione: la salvezza dell'anima

Il cristianesimo diventa la nuova religione ufficiale dell' Impero romano. La Chiesa cristiana, per il popolo, è molto importante e assume sempre più potere.
Nascono anche i monasteri, ossia un edificio destinati ai monaci o alle monache nelle differenti religioni.
Il cristianesimo ha una vocazione pedagogica, infatti l' educazione cristiana si basa sui Vangeli e sulla figura di Cristo. I Vangeli sono incentrati su Cristo. Fondamentale in questo tipo di educazione è l' imitazione di Cristo, il quale ha accettato la sofferenza ed il dolore in nome del Padre.
Inoltre, Cristo insegna tramite "parabole" con lo scopo di farsi capire da tutti.
Le parabole sono racconti didascalici che trattano esempi concreti.
Riassumendo, perciò si può notare che la pedagogia del cristianesimo fonda le sue radici nell' imitazione di Cristo, nell' utilizzo di parabole e nell' insegnamento mediante esempi.



Fonti: Libro scolastico, "Educatamente".
Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Monastero  

lunedì 26 marzo 2018

Seneca e l'autoeducazione interiore


Lucio Anneo Seneca è stato un filosofo, drammaturgo e politico romano, esponente dello stoicismo. Seneca fu attivo in molti campi, compresa la vita pubblica, dove fu senatore e questore, dando un impulso riformatore.

Egli rappresenta un diverso orientamento: egli mira alla cura di sé e all'autoeducazione interiore attraverso la filosofia
Nelle Lettere a Lucilio  Seneca sostiene la necessità di migliorare se stessi dal punto di vista morale, seguendo l'esempio delle persone virtuose ed esaminando le esperienze personali. 
Seneca critica anche l'educazione fine a se stessa, dicendo che è sbagliato dedicarsi allo studio senza mirare alla propria crescita interiore. Definisce la figura del saggio come colui che controlla le proprie passioni con l'uso della ragione e accetta il proprio destino. Egli inoltre critica le ricchezze e i beni materiali favore dei beni spirituali e dello sviluppo etico dell'individuo. Il suo pensiero è quindi rivolto al percorso di autoeducazione che ciascuno deve compiere. 

Fonte: Libro scolastico, "EducataMENTE".

Quintiliano e l'educazione in età imperiale

Statua di Quintiliano a Calahorra, città natale del retore
Marco Fabio Quintiliano è stato un oratore romano e maestro di retorica per la prima volta stipendiato. Fu il più importante autore che si occupò di pedagogia in età imperiale.
Egli ci ha lasciato un'opera, la Institutio oratoria, con la quale intende ridare all'arte oratoria un fondamento culturale. Lo scopo di Quintiliano è formare il bonus orator, cioè colui che svolge una funzione etico-civile. Egli compone un'opera sull'educazione complessiva dell'oratore. L'Institutio oratoria espone gli aspetti dell'istruzione primaria e grammaticale. 
Successivamente amplia il discorso fino all'attività dell'oratore adulto. 
I caratteri dell'oratore sono: onestà, abilità nel parlare e la preparazione filosofica.
La riflessione di Quintiliano prende in considerazione le modalità di insegnamento e la figura del maestro. L'oratore quindi, secondo la sua impostazione, deve al suo completo sviluppo naturale.
Egli inoltre fu l'unico del suo tempo a pronunciarsi contro le punizioni corporali.
Quintiliano fornisce anche un ritratto del maestro ideale, che deve:
  • essere pratico, positivo e morale
  • essere sensibile e coinvolgente
  • rendere l'insegnamento naturale e divertente
  • adeguare il metodo all'indole dell'allievo
  • spronare con la lode
  • concedere svago e gioco
 Lo studente ideale, deve sviluppare nei confronti dell'insegnante un sentimento di obbedienza e di amore. 
Quintiliano delinea il curricolo scolastico per la formazione degli oratori: 
  • in famiglia con l'intervento di nutrici, schiavi e pedagoghi;
  • frequentazione della scuola del grammaticus con un insegnamento basato sulla lettura della poesia e sullastesura di testi;
  • studio della retorica esercitandosi nelle narrazioni e nelledeclamationes.

Fonte: Libro scolastico, "EducataMENTE".

L'organizzazione scolastica romana

L'insegnamento a Roma si articola in educazione primaria, secondaria, superiore e tecnico-professionale. 

L'educazione romana inizia  con l'istruzione primaria o lodus litterarius, a 7 anni. Il magister o litterator insegna a leggere e a scrivere, il calcolo viene invece insegnato dal calculator: insegnamento importante perché molti allievi, dopo questo livello, lasciano gli studi per diventare mercanti. 
L'insegnamento è impartito attraverso un metodo ripetitivo-mnemonico e coercitivo e un frequente ricorso alle punizioni corporali.
Al termine di questo ciclo scolastico gli studenti sanno appena leggere e scrivere.


All'istruzione secondaria accedono solo i ragazzi provenienti da famiglie ricche e che frequentano per tre anni le lezioni di un grammaticus.
Le materie di insegnamento sono la grammatica, logica, retorica, musica, astronomia, geometria, aritmetica, medicina e architettura.

 Anche in questo ciclo di studi è previsto un metodo mnemonico. Lo scopo di questa istituzione è quello di avviare l'arte dell'eloquenza.

L'istruzione superiore viene impartita nelle scuole di retorica: l'insegnante di retorica, cioè il magister dcendi o rhetor, deve essere un professionista della parola, ma anche un esempio morale. Egli guida gli allievi alla composizione di testi che dovranno essere recitati.
Lo scopo delle scuole è quello di preparare un cittadini in grado di intervenire nella vita politica o di intraprendere una carriera forense. Queste scuole privilegiano le competenze tecniche.


A Roma viene curata anche l'istruzione tecnico-professionale. A questo scopo viene aperto il pedagogium, nel quale schiavi, liberti  e artigiani liberi, ricevono una formazione professionale specializzata. L'insegnamento viene impartito dai maestri i quali sono a loro volta istituiti in collegia e corpora, corrispondenti alle nostre scuole professionali e legate alle botteghe artigianali del tempo.
Esistono anche i collegia destinati alla formazione di sacerdoti e soldati.


Fonte: Libro scolastico, "EducataMENTE".

Cicerone e l'ellenizzazione dell'eduzione romana

Marco Tullio Cicerone è stato un avvocato, politico, scrittore oratore e sopratutto un filosofo romano. Cicerone fu una delle figure più rilevanti di tutta l'antichità romana. La sua vastissima produzione letteraria, che va dalle orazioni politiche agli scritti di filosofia e retorica, rimase come esempio per tutti gli autori del I secolo a.C, tanto da poter essere considerata il modello della letteratura latina classica. 
Egli, a differenza di Catone, cerca di conciliare il mos maiorum con la cultura greca, interessandosi ai problemi morali e alle questioni pratiche. 
Con lui la paideia ellenica diventa humanitas, che si pone come un nuovo modello educativo romano.
Cicerone si sofferma soprattutto sull'istruzione superiore per la formazione dell'oratore, nella quale  devono confluire erudizione e etica.
La sua opera più importante è il De oratore, nella quale egli esamina la retorica e l'oratoria sottolineando gli aspetti fondamentali: 
  • inventio, l'ideazione di un'orazione 
  • dispotio, l'ordine degli argomenti
  • elocutio, l'uso di un linguaggio ricco
  • memoria, la capacità di ricordare
  • actio, l'esposizione dell'orazione.

Fonte: Libro scolastico, "EducataMENTE".